14.9.09

link _ Cosimo Veneziano






Il paradosso dell’espressione “case chiuse”. La casa è luogo di accoglienza e di ascolto, di relazione e di protezione.
Altrimenti è solo edificio, spazio fisico disabitato, deserto di umanità. Semplici mura che circondano e separano dal mondo: come una cella, appunto.”
Giancarlo Perego
Si chiamavano case chiuse e chiuse lo erano per davvero.
Avevano pareti spesse e finestre ermeticamente sigillate: per chiudere dentro ragazze e donne in vendita, per chiudere fuori chi non doveva , o non voleva, vederne il mercato.
Nessun segnale di “entrata” libera: le porte si aprivano solo per chi era pronto a comprare.
Nel 1955 Lina Merlin e Carla Barberis raccolsere in un libro dal tittolo “Cara senatrice Merlin” le lettere di prostitute delle case chiuse inviarono alla senatrice Merlin sulla legge n.75 che decideva l’abolizione della regolamentazione della prostituzione in Italia e la soppressione delle case di tolleranza. Le lettere diventano allora altrettanti SOS, come i messaggi nelle bottiglie che i naufraghi affidano alle onde,un mezzo per evadere con l’immaginazione e il cuore da quelle
che una ragazza chiama “prigioni libere”.
L’obbiettivo del lavoro The Drowning People è quello di rievocare tramite la lettura di otto lettere scritte da prostitute , che l’espressione “case di tolleranza “ era sinonimo di prigione e di sfruttamente. Non di libertà, come il ricordo comune ormai associa quei luoghi.
L'installazione sonora di durata limitata è formata da quattro megafoni ( 10 w) collegati a quattro stereo portatili che diffondo le otto lettere. Il luogo scelto per la diffusione è Via del Campo.



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